La vulvodinia è un disturbo cronico del sistema genitale femminile che colpisce un numero significativo di donne in tutto il mondo. La prima definizione di vulvodinia presente nella letteratura ginecologica risale al 1880, quando il Dottor T. G. Thomas la descrisse come un’iperestesia della vulva determinata da “un’eccessiva sensibilità delle fibre nervose deputate all’innervazione della mucosa vulvare in una parte ben precisa della vulva stessa”.
Gli studi epidemiologici sulla vulvodinia in Italia oggi stimano che il 15% della popolazione femminile soffra di questa patologia, un numero cospicuo che fa a pugni con la poca sensibilizzazione nel nostro paese sul tema. La vulvodinia, nonostante la sua prevalenza, rimane infatti misconosciuta e poco discussa nella sfera pubblica. Per questo motivo è fondamentale aumentare la consapevolezza e la comprensione di questo disturbo al fine di divulgare le corrette informazioni sulla patologia e fornire diagnosi tempestive e trattamenti adeguati a chi ne soffre.
COS’È LA VULVODINIA?
La vulvodinia è una condizione caratterizzata dall’infiammazione dei nervi dell’area genitale-pelvica e da conseguente dolore cronico della zona. Spesso coinvolge anche la muscolatura del pavimento pelvico, che risulta fortemente contratta. Il meccanismo che porta la patologia a instaurarsi e cronicizzarsi non è ancora noto, la vulvodinia nasce infatti senza una causa apparente.
La patologia è caratterizzata da una multifattorialità tale da rendere difficile e lungo il percorso di riconoscimento della stessa: non esistono infatti due donne con gli stessi identici disturbi e la stessa intensità dei sintomi per insorgenza, durata e mantenimento. La vulvodinia viene classificata in:
- spontanea: quando bruciori e fastidi sono perennemente presenti, senza che ci sia una causa scatenante;
- provocata: i fastidi iniziano nel momento in cui la mucosa viene sollecitata (ad esempio durante un rapporto sessuale, durante l’applicazione di creme o per il semplice contatto con la biancheria);
- localizzata: in un punto specifico della vulva (vestibolo, clitoride, uretra) o in più punti contemporaneamente;
- generalizzata: quando il disturbo interessa tutta l’area vulvare.
I SINTOMI DELLA VULVODINIA
Una delle caratteristiche che contraddistingue la vulvodinia è quella di avvertire un dolore spropositato rispetto allo stimolo, per intensità e per tipologia (questa condizione viene definita in campo medico come ‘’allodinia’’). Le donne affette da vulvodinia possono sperimentare:
- bruciore;
- prurito;
- irritazione;
- secchezza;
- tensione;
- sensazioni di pizzicamento o punture di spillo;
- dolore lancinante nella zona vulvare, che può estendersi anche all’area circostante come la vagina e il perineo.
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO
Le cause esatte della vulvodinia non sono ancora completamente comprese, tuttavia diversi fattori possono contribuire al suo sviluppo. Tra questi vi sono squilibri ormonali, ipersensibilità dei nervi nella zona vulvare, storia di infezioni vaginali ricorrenti, lesioni ai nervi dovute a traumi o interventi chirurgici, tensione muscolare e reazioni allergiche a prodotti per l’igiene intima o indumenti sintetici. Alcuni fattori di rischio includono stress, ansia e depressione.
DIAGNOSI E TRATTAMENTI DISPONIBILI PER COMBATTERE LA VULVODINIA
La gestione della vulvodinia richiede un approccio multidisciplinare, è importante infatti che per la diagnosi vi sia un lavoro d’équipe al fine di formulare valutazioni diagnostiche e piani terapeutici individuali a seconda della differente sintomatologia riferita dalla paziente. L’approccio multidisciplinare si avvale di:
- approccio farmacologico: i farmaci spesso accostati alla cura della vulvodinia sono quelli che agiscono sui mediatori del dolore e sono i tipici farmaci utilizzati per le patologie neuropatiche. La maggior parte dei farmaci prescritti appartiene alla classe degli antidepressivi, questo non significa che si tratti di un disturbo psicologico. Gli antidepressivi in minore quantità vengono ampiamente utilizzati per trattare disturbi che interessano i nervi.
- approccio riabilitativo: questa patologia si accompagna a una condizione muscolare nota come “ipertono”, ovvero la contrattura perenne dei muscoli pelvici. La riabilitazione del pavimento pelvico, attraverso esercizi mirati, si dimostra un valido alleato per portare beneficio alla zona ipertonica.
- approccio psicologico: il supporto psicologico può essere utile per affrontare l’aspetto emotivo e psicologico della vulvodinia. Lo specialista può aiutare a metabolizzare e affrontare i disturbi, portando benefici alla paziente e alla coppia che convive con questa patologia.
- approccio nutrizionale: in presenza di vulvodinia un approccio nutrizionale è utile per imparare a seguire una dieta che riduca l’infiammazione presente nel corpo. Il regime dietetico deve contenere al suo interno alimenti ricchi di vitamine, minerali e nutrienti sani in grado di ridurre i livelli di stress e migliorare i livelli energetici.